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“Ciò che la spinge a dedicarsi all’arte è soprattutto l’idea di manifestare la bellezza del divino insita nella natura dell’uomo e nel cosmo, e non può farlo in astratto che attraverso il suo cardine metaforico, ovvero per mezzo della luce e del riflesso come specchio, la scala dei colori forti come rivelazione del potere creativo, la verticalità di movimenti ascensionali, la trasmissione dell’assoluto come desiderio implicito e in fieri di levità spirituale anche quando ancorato alla solidità permanente di corpi e forme”.
Luisa Turchi

Endlessy/Infinitamente 2017
epoxy fiberglass and acrylic paint, stainless steel
/ vetroresina epossidica e colori acrilici, acciaio inossidabile
cm 208 x 102 x 230 h
Endlessy/Infinitamente è una scultura basata sull’intreccio creativo del simbolo dell’Infinito come legame maturo e pieno, eterno ed indissolubile quanto plasmabile, che vive delle sue morbide ondulazioni cromatico-ritmiche verso l’alto e il basso, compenetrandosi e modellandosi in un sinuoso ripiegamento interiore come figura astratta che cela dentro di sé infiniti mondi. I suoi differenti colori, grigio argento, giallo oro, celeste, blu, rosso, verde e viola sono espressioni di situazioni e stati d’animo della psiche, esprimendo l’indifferenziato nell’affermazione della luce. Scultura statica ma dinamica nel suo contenuto significante di tensione verso il Trascendente, costituisce un nuovo tassello nella ricerca dell’artista precedentemente iniziata con Creative Wisdom-La Sapienza creatrice (già esposta alla Cass Sculpture Foundation, Sussex, Great Britain), pura astrazione in altezza di linee divise ed intersecantesi senza però compenetrarsi, in forma di rigidi anelli colorati, allungati e deformati a guisa di infinito. Il richiamo è al gesto condiviso di Dio e dell’artista che lo emula, forgiando lo spirito attraverso la materia. Nel macro e microcosmo sotteso dall’intreccio artistico saldo e in evoluzione della scultura, richiamante al “disordinato ordine” del suo ripetersi in moduli molteplici ma in sé conchiusi nelle loro direzioni, si manifestano così tutte le molteplici possibilità dell’esistenza umana, comprensibili ad una credente quale è l’artista. (L. T.)

Jilly, 2017
epoxy fiberglass and acrylic paint, stainless steel
/ vetroresina epossidica e colori acrilici, acciaio inossidabile
cm 76 x 100 x 190 h
Jilly è una figura biomorfica e bifronte, con un’anima femminile che il nome sottende, forse quella implicitamente giocosa dell’artista. Il suo io emerge attraverso corrispondenze e sovrapposizioni numerico e simboliche di forme e colori emananti significati autentici, antichi e moderni. Nella sagoma di un corpo luminoso Grigio “velato”, il colore del neutro, dell’umiltà, portato anche dalle comunità religiose, vi è il Blu dell’incedere, inteso come verità, saggezza, innocenza, pietà, fede ed eternità. La duplice espressione del viso si rivela attraverso i lineamenti astratti dai colori accesi e freddi. Assume così l’aspetto della sfida, il volto del Rosso come energia, potere, che ricorda il sangue della Passione e il fuoco della Pentecoste, unitamente al Viola dell’attesa, della penitenza e della devozione spirituale, sul Giallo Oro del sole, il colore sacrale dell’intuito divino: cinque fasce cromatiche inerenti alla persona e in senso lato al microcosmo umano e ai cinque sensi che permettono la conoscenza all’umanità dopo la Caduta. Dall’altra parte vi è, invece, il trionfo della centralità della fisionomia che incarna la perfezione della triade del Grigio-Blu-Verde, dove mentre il primo e il secondo costituiscono sempre l’abito da indossare nella via da seguire, il Verde, colore mistico della sintesi armonica fra cielo e terra, è il volto interiore, simbolo della speranza finale come rinascita naturale in quanto crescita dello Spirito nell’uomo. (L.T.)